Questa è la storia di Alessandro, un vivace ragazzo di Pavia, partito per un semestre a Winnipeg.
Dopo qualche giorno dall’arrivo e una ottima accoglienza da parte della famiglia homestay, si è trovato in difficoltà per un modo diverso di affrontare le piccole necessità quotidiane. Avendo bisogno di un quaderno, aveva chiesto di farselo comprare da Kate, la sua “mamma” canadese. Alessandro, durante una delle prime telefonate a casa, nella tipica fase di transizione tra l’agitazione per il bisogno di ambientarsi e l’eccitazione per la nuova avventura, aveva riferito alla mamma italiana la risposta di Kate di procurarselo da solo.
Non lo avesse mai fatto… partirono subito missili balistici in direzione di Winnipeg che Valérie dovette prontamente disinnescare con la sua esperienza di canadese e mamma di figli adolescenti. Il percorso di esperienza e crescita personale deve comprendere piccole azioni quotidiane, atteggiamenti che fino a quel momento nella routine familiare non venivano considerati ma che da un ragazzo di 17 anni, maturo e dinamico come Alessandro, pronto a vivere sei mesi lontano da casa, si devono obbligatoriamente iniziare a prevedere.
Valérie riuscì a tranquillizzare tutti spiegando semplicemente che in situazioni come questa le famiglie homestay si aspettano che i ragazzi chiedano come e dove si possono procurare quello di cui hanno bisogno; e che l’obiettivo alla fine dell’esperienza possa essere, andando a fare la commissione, di chiedere alla famiglia se abbiano bisogno di qualcosa.
Questi e altri atteggiamenti tipici dell’età adolescenziale, che possono essere assecondati e tollerati in famiglia, per l’abitudine e la tendenza a facilitare i figli, una volta superati, saranno i primi passi del percorso di crescita e maturazione che l’esperienza all’estero vi lascerà.